venerdì 4 aprile 2014

Marta

È tre giorni che soffre per quel dolore alla spalla, che s'irradia lungo il braccio destro e il collo.
Ho deciso che agisco solo su ordinazione, quindi aspetto e combatto in silenzio contro la fretta. 
Mi prega di toglierle quel dolore, le ha provate tutte, ma sta sempre peggio. 
Non può assumere farmaci, nemmeno tutti quei cibi che per gli altri non sono altro che un quotidiano ripetere di gesti.
Qualcosa scatta e mi ritrovo in piedi, sfida accettata. Perché è questo per me: una sfida; ma me ne accorgerò solo dopo un punto preciso, sul meridiano di cuore del suo braccio sinistro, controlaterale al dolore. E se accetto, allora mi voglio anche divertire. Mi dice che la fisioterapista non la può aiutare: è troppo infiammata. Prendi l'aulin! Ma non può…
Approfitto e le chiedo la mano destra. 
Con noi c'è anche sua cugina che la incita a fidarsi e rilassarsi.
Faccio aprire il palmo alla paziente e lo mostro alla cugina. Prendiamo il palmo ad esempio. Facciamo finta che qui c'è la testa. Tocco il punto, faccio una prova chinesiologica alla cugina e le sue dita stanno chiuse. Continuando, nel disegnare tutto il corpo sulla mano, sono entrambe incredule. E quindi ora che fai? La spalla era qui. Si. Ok sllora premo. Dolore.dolore.come se si stesse liberando un demone che voleva invece star tranquillo. Un dolore infastidito a diversi manifestare.
Continuo a lavorare sulla mia mappa nella sua mano. Io l'ho trovata. È mia, e gioco i punti che risuonano attivi: ne premi uno e si sveglia il successivo. Spalla, collo, scapole… tutto nella mano. Ad ogni punto il suo dito, e la parte del leone la fa l'anulare.
Il dolore decide che è meglio spostarsi e si prende una piccola pausa dalla resistenza alle mie indicazioni date alla mappa sulla mano con le dita.
Inizio a usare punti sulle braccia, delimitò il territorio di gioco. Oltre non vai. Ti devi ridimensionare. Ma mi imbatto in un punto di cuore. Lo premo e la mia paziente torna ad apparirmi un essere umano. Unico. Il suo corpo e il suo campo. Finora il suo campo era un turbinio di vortici che la nascondevano. Erano frenetici e apparentemente casuali.
Mi guarda e mi chiede se so che le sto facendo un dolore impossibile da sopportare, e che sta per piangere.
Piangi pure. Ti do un fazzoletto: questo punto da solo ha fatto molto. cambia quasi subito il suo umore, la voce è più calda,il ritmo è calato, non più frenetico. ora c'è anche lei e il dolore ha perso la sua importanza.
mi fermo un poco. le chiedo un minuto per verificare come si sedimentano le spinte che ho dato ai punti.
respira bene, e solo ora mi accorgo che i punti e le tecniche scelte fin qui per trattare gli tsubo, tra cui anche il qui-shu per ren-mai e du-mai, sono tutti dettati dall'urgenza di risolvere una situazione intollerabile.
ora sento chiaro il suo campo, e mi accorgo che di lavoro ce n'è a volontà. spazzolo il suo campo, lasciando che sia il mio a farmi capire quando le sue lacerazioni si chiudono e non creano più dissonanze in lei.
le pulisco il quinto chakra  e i vortici delle mani con la tecnica di Vinardi ed è come aver avviato un motore.
ha tanto freddo e mi ringrazia per averle tolto quel dolore.
ma forse dovrei ringraziare io per aver ricevuto una curiosa possibilità di aver messo alla prova la mia tolleranza, che fino alla fine del trattamento è un groviglio tutto attorno alla mia gola. e vinardi ti aiuta sempre in questi casi..

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